mercoledì 9 maggio 2012



Vento di Primavera  film sulla Shoah con Jean Reno
Vento di Primavera"Vento di Primavera" esce il 27 gennaio. Proprio nel "Giorno della Memoria". E non è un caso, perché "Vento di Primavera" (titolo originale "La rafle") racconta una delle tante storie riconducibili alla Shoah. La regista Roselyne Bosch narra un episodio poco noto ma realmente accaduto nel 1942: la deportazione e l'internamento di un gruppo di bambini ebrei francesi di Montmartre. Tra di loro c'è Joseph, dieci anni. Come molte altre famiglie ebraiche di Parigi, anche quella di Joseph viene condotta al Vélodrome d'Hiver. Qui restano per diversi giorni senza mangiare quasi nulla, senza bere e senza poter usare servizi igienici. Vengono poi deportati al campo di concentramento Beaune-la-Rolande ma qui, dopo poco tempo, i bambini sono separati dai propri genitori. Per la ricostruzione storica, molto attenta ed accurata, la Bosch si è avvalsa della collaborazione di Alan Goldman, ebreo francese originario di Montmartre.

Ieri ho visto questo film e riflettevo ... sappiamo tutti delle sofferenze e delle privazioni che hanno sofferto, della situazione pazzesca in cui si sono trovati, le morti che hanno incontrato - sia proprie che altrui - sappiamo della demolizione dei loro esseri, della mortificazione del corpo e della mente che hanno subito, dell'ingiustizia e del pregiudizio, ma...

la scena che più mi ha toccato è stata quando hanno costretto le madri a separarsi dai figli, quella scena mi ha strappato il cuore dal petto e mi ha fatto salire le lacrime agli occhi!

La separazione è crudele quando è imposta da altro che non sia noi. Le scelte sono sempre difficili e sofferte ma le imposizioni lo sono ancora di più.

Rifletto oggi sul fatto che sono fortunata a poter scegliere di stare accanto alle persone che amo ma so che qualcuno o qualcosa - prima o poi - mi imporrà la sua scelta e non sarà la mia.



martedì 8 maggio 2012


      VINO ROSSO  


                                 
Sgorga, fra schiocchi concentrici,
allaga il calice, lo rende vermiglio.
Ora si posa, ora s’inclina …
Raggiunge repentino il centro del sapore:
dilaga corposo, scorre snello,
tra papille vigili, attente.
Ora le travolge, ora le inonda,
per lasciarle inebriate, poi
scorre di nuovo,
s’inoltra, ormai ruscello,
si fa torrente,
si lancia in pendenze vorticose,
in un gorgo violaceo,
accalora le fibre,
in gola prepotente fluisce rabbioso
e finalmente trova pace
dove tutto il resto è posato:
lo scompiglia, lo allaga
di voluttuoso scarlatto.

(01/05/2012 di ritorno dalla Toscana)